giovedì 9 febbraio 2012

La "Troika" comanda, il governo greco obbedisce.


Mentre in Italia la Fiom rinvia per neve la manifestazione che era stata indetta per venerdi 10 Febbraio 2012, la Grecia resta in piazza sfidando la pioggia e il gelo, che in queste ultime ore hanno colpito Atene. Martedi infatti a piazza Syntagma c'è stata l'ennesima manifestazione popolare contro il governo greco, colpevole di deliberare misure impopolari per ridurre il suo debito con l'estero. L'esecutivo tecnico, appoggiato da George Papandreou (socialista), Antonis Samaras (centro destra) e Giorgios Karatzaferis (estrema destra), si è unito nelle stesse ore per discutere dell'accordo con la Troika (UE,FMI,BCE) per far si che la Grecia possa ottenere aiuti per circa 130 miliardi di euro.
Nel frattempo per sbloccare i 130 miliardi di aiuti internazionali, il governo tecnico greco dovrà ricorrere a decisioni, che porteranno ancor più povertà nel paese. Infatti, sotto pressione delle Troika, sono previste misure come il licenziamento per 150mila dipendenti pubblici, taglio dei sussidi pensionistici, riduzione del 20% degli stipendi nel settore privato. Inoltre, in queste ore, il governo dovrà operare per ridurre la spesa pubblica e il taglio coinvolgerà soprattutto il settore sanitario. Inutile dire che dinanzi all'ennesima minaccia della Troika, il governo ellenico è costretto ad operare sotto pressione per salvare un sistema, quale quello dei mercati finanziari, che ormai fa acqua da tutte le parti. Tutti sanno perché all'Europa sta cosi a cuore il salvataggio della Grecia (ma anche dell'italia). In effetti il crollo economico di uno dei paesi della "zona euro" potrebbe significare una reazione a catena che potrebbe coinvolgere tutto il quadro economico internazionale. Tutto ciò non potrebbero permetterselo gli investitori esteri, che hanno troppi interessi da perdere se davvero ciò accadesse. Allora che fare? L'Europa( ma azzarderei a dire il mondo intero) oggi è sotto la dittatura delle banche, che spingendo i governi a decretare disposizioni impopolari, cercano di salvaguardare il tornaconto di poche lobby che hanno un potere vastissimo in ambito della comunità internazionale. Per salvaguardare quindi l'interesse di queste poche lobby, i governi tecnici sono chiamati a cercar di aggiustare i conti pubblici di un paese e salvaguardare l'interesse di poche persone, che forse non arrivano neanche all'1% della popolazione mondiale. Henry Ford, noto imprenditore statunitense e fondatore della società produttrice di automobili a questo proposito diceva: "Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione".
La Grecia quindi si trova in una situazione di pressione internazionale, esercitata dalla Troika, per spingere il governo a far presto a prendere decisioni per far si che il paese possa diventare maggiormente credibile agli occhi degli investitori internazionali. Questo lo hanno ben capito gli ateniesi che martedi sono scesi in piazza, arrivando fin sotto il Parlamento, per manifestare contro i tagli e la recessione. Quando però un gruppo di giovani manifestanti  ha cercato di bruciare una bandiera tedesca, la polizia è intervenuta con gas e lacrimogeni. Tuttavia quest'episodio non ha influito sul prosieguo della protesta che è terminata solo in tarda serata, mentre dentro i palazzi istituzionali Papademos trattava con i funzionari dell'FMI,UE e BCE.

0 commenti:

Posta un commento