martedì 7 febbraio 2012

Scordatevi del posto fisso se non avete un padre come quello del Borgia

Ma cosa succede in Italia? Non sono passati neanche pochi giorni dalla battuta sul posto fisso monotono del signor Monti che Elsa Fornero, ministro del Welfare, ha dichiarato che ormai gli italiani addirittura se lo devono dimenticare un lavoro assicurato. E parla proprio lei che ha la figlia che insegna nel suo stesso ateneo ed è responsabile della fondazione HuGeF che è attiva nel campo della genetica. Ma avete capito? La figlia della Fornero non è che ha un solo posto, ma ne ha due ed è fortunata perché ha la madre ha un prestigio sociale molto importante in Italia.
A dire la verità soltanto considerando il binomio virtù-fortuna possiamo capire oggi giorno come si vive all'interno della società. A prescindere dalle capacità che caratterizzano una persona e che sono fondamentali  per trovare un lavoro che possa fruttare bene, in questa società servono fortuna e tante conoscenze e magari se sei il figlio di un professore Universitario, per intenderci meglio, di una persona che abbia prestigio sociale, puoi farti raccomandare e a questo punto dire alla faccia della meritocrazia. Scordatevi le qualità e le capacità, perché nella realtà attuale contano poco e tra l'altro per terminare completamente gli studi e quindi non fermarsi ad una laurea triennale, servono tanti soldi e magari dei genitori che possano mantenerti per farti terminare senza nessun disagio il tuo corso di formazione intellettuale a meno di 28 anni e in questo modo puoi almeno dire "meno male non sono uno sfigato". Infatti oggi giorno se non termini i tuoi studi sotto i 28 anni sei considerato uno sfigato, una nullità, uno scarto sociale e non sono io a dirlo ma Michel Martone viceministro del lavoro e delle politiche sociali. Se non fosse che quest'ultimo è figlio di Antonio Martone, avvocato in Cassazione, gli darei quasi ragione, ma poichè il viceministro è cresciuto in un contesto sociale, dove l'incentivazione economica allo studio non mancava, allora la sua dichiarazione dimostra scarso approfondimento sulle problematiche reali delle famiglie italiane.
In fin dei conti di cosa ci meravigliamo? E' fin dall'antichità che la fortuna ha giocato un ruolo decisivo per il prestigio di una singola persona. Fortuna intendo come quella che ebbe il duca Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI. Il Valentino (nome con cui era conosciuto il Borgia) voleva a tutti i costi anch'egli un regno ed è inutile dire che il padre si rivolse dapprima ai Milanesi e successivamente ai Veneziani per accontentare lo sfizio del suo figliolo. A poco servi' tutto questo, in un'Italia suddivisa ancora in tanti principati il Borgia grazie al potere di suo padre poté godere dell'appoggio del re francese Luigi XII, che lo avrebbe aiutato a togliersi il suo sfizio se solo avesse convinto il padre a deliberare una bolla papale con la quale annullava il suo matrimonio con Giovanna di Valois. Detto fatto e l'appoggio dei francesi consenti' al Borgia di prendersi dapprima la Romagna e successivamente parte della Toscana e dell'Umbria.
Con l'esempio storico citato voglio dimostrare che il binomio virtù-fortuna è storico, anche perché nel corso dei secoli ci sono stati principi e duchi valorosi che si sono guadagnati quello che sono riusciti a creare. Anche oggi esiste qualcuno in alto che si è davvero sudato il suo posto, ma se ci si vede un po attorno ci si accorge che quando si parla di meritocrazia molte volte non si sa neanche di cosa si stia parlando. Non sono il primo a dire che sempre più studenti, terminati gli studi, sono costretti a fare dei lavori umili che non corrispondono al titolo che detengono e tutti inoltre sanno  qual'è la realtà dei concorsi pubblici in Italia. Per questo motivo Monti e la signora Fornero prima di sparare battute offensive nei confronti degli italiani, dovrebbero porsi la domanda su chi li abbia voluti a quel posto. Ma questa è un'altra storia e basta leggersi la biografia dell'attuale Presidente del Consiglio per ottenere la chiave di lettura.

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