sabato 14 gennaio 2012

Equitalia e la disparità di trattamento nei confronti dei suoi clienti

In questi giorni Equitalia, ente per la riscossione dei tributi nazionali, è al centro dell'attenzione dei media, poiché molteplici sono i plichi sospetti che sono arrivati nelle varie sedi in tutta Italia. Infatti lo scorso 9 dicembre a Roma, fu ferito, da un pacco bomba, il direttore Marco Cuccagna della sede Equitalia posta in via Andrea Millevoi. Questo ed altri piccoli attentati, stanno facendo paura ai dirigenti dell'ente di riscossione dei tributi, che è accusato dai cittadini, di applicare dei metodi usurai per coloro che non pagano in tempo un tributo statale  o una sanzione amministrativa. In questa sede però voglio dimostrare come l'istituto di riscossione dei tributi tratta i suoi clienti, suddividendoli nelle categorie dei "noti clienti" e dei "non noti clienti".

Trattamento di Equitalia nei confronti di un "non noto cliente"
(da "La Repubblica Genova") Un uomo ammalato di Alzheimer, una multa da 63 euro, una procedura di esecuzione immobiliare che procede come un bulldozer, una serie di passaggi viziati da pesanti sospetti, specie quando l'aggiudicazione dell'appartamento avviene - secondo il consulente della Procura - grazie ad una talpa interna alla struttura che ha effettuato il pignoramento.
Tutto questo ha portato, nei giorni scorsi, il pm Francesco Pinto a chiedere il rinvio a giudizio per quattro persone. Si tratta del direttore ligure di Equitalia, Piergiorgio Iodice, e dei funzionari della stessa società concessionaria del servizio di riscossione tributi: Silvia Angeli, Roberto Maestroni, Pierpaolo Trecci, tutti assistiti dall'avvocato Giuseppe Sciacchitano. Le accuse nei loro confronti sono di abuso in atti d'ufficio e falso. Il caso risale al 2005 quando Equitalia era ancora Gestline, ma è diventato materia penale nel 2009 quando i figli dell'ex proprietario dell'appartamento di piazza Duca degli Abruzzi presentarono una denuncia affidandosi all'avvocato Massimo Auditore.
La procura contesta tutta la pratica, dall'inizio alla sua conclusione. Si parte dalla procedura esecutiva, ossia quella dell'esproprio. Fino al 2 dicembre del 2005 gli ufficiali della riscossione potevano "aggredire" un appartamento anche per un debito scaduto di appena 1500 euro. Successivamente il tetto è stato alzato a 8 mila euro, con un'altra condizione necessaria, ossia che l'importo complessivo del credito debba superare il 5% del valore dell'immobile. Con una memoria difensiva gli indagati sostengono che, purtroppo, all'epoca quelle erano le regole e quindi, messo in moto il meccanismo, non ci si poteva più fermare. Ma il consulente della Procura della Repubblica, Massimo Serena, la pensa diversamente. Dall'esame della documentazione sostiene che tutto l'iter si è messo in moto per una sola cartella da 63 euro. Non è tutto. Il consulente spiega che, prima di procedere all'esecuzione, Gestline avrebbe dovuto iscrivere una nuova ipoteca che avrebbe dato sei mesi di tempo al debitore per rimediare. In questo modo, secondo la Procura, sarebbe scattata la seconda violazione, quando l'appartamento venne espropriato con i nuovi limiti alzati ormai a 8 mila euro.
Senza dimenticare che, come raccontato nella denuncia, le multe non erano state pagate non per cattiva volontà (la famiglia è benestante) ma solo perché il proprietario era gravemente malato (è deceduto nel 2008) e anche la moglie soffriva di una patologia invalidante al cento per cento. 
La seconda parte delle accuse - anch'esse respinte dagli indagati - riguarda la messa all'asta dell'alloggio. La prima vendita all'incanto fu annullata con la giustificazione - falsa secondo il pm - che non era stata effettuata la pubblicità obbligatoria. La seconda asta, invece, secondo gli inquirenti venne tenuta nascosta allo scopo di non informare il proprietario espropriato e senza abbassare il valore come stabilisce la legge. L'anziano, infatti, per ragioni affettive, voleva ricomprarsi la "sua" casa, e invece di farlo all'asta, fu costretto a rivolgersi ai tre compratori che se l'erano aggiudicata con quella "procedura gravemente viziata", pagando loro 200 mila euro. Per una multa da 63 euro.


Trattamento di Equitalia nei confronti di un "noto cliente"
Intanto mentre Equitalia pignora la casa ad una povera persona che non è riuscita a pagare una multa di 63 euro, si comporta in tutt'altro modo nei confronti dei "personaggi noti". Infatti il programma di rai 3 "report"ha denunciato, attraverso un servizio pubblico, l' ex ministro Renato Brunetta colpevole di non aver pagato una tassa sui rifiuti. E secondo voi Equitalia cosa ha fatto? Ha sospeso la pratica dell'onorevole! Guardate il video.



Poichè Brunetta è un ex ministro e rientra a tutti gli effetti nella categoria dei "personaggi noti", quindi va trattato diversamente rispetto al resto dei cittadini, che per ogni mancato pagamento vedranno aumentare vertiginosamente i tassi di interesse e nei casi estremi addirittura subiranno il pignoramento della casa.

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